Il grave inasprimento dei livelli di diseguaglianza è documentato nei rapporti dell’ONU e delle sue agenzie (FAO, WFP, UNDP, UNICEF, UNESCO). I quali tra l’altro risultano spesso ‘ottimistici’, meno drammatici rispetto agli studi condotti su identici temi da accademie e organizzazioni non governative. Le cause di questo fenomeno sono in essenza riconducibili a politiche neoliberiste pilotate dal capitalismo finanziario. L’avidità delle élite – nel concentrare su di sé ogni potere e risorsa – ha tuttavia raggiunto un livello distopico, incompatibile con i diritti umani fondamentali e la dignità umana.

Il cambiamento è necessario e non può venire delegato a classi politiche e amministrazioni che tendono a privilegiare gli interessi dei ‘poteri forti’ rispetto al bene comune. I cittadini devono invece acquisire consapevolezza dei propri diritti – e della loro sistematica violazione – agire e pretendere la loro tutela. Con strumenti pacifici ma efficaci. Progetti di concreta utilità collettiva e azioni, legali e non solo. La protesta può venire attuata con scelte quotidiane – di comportamento e consumo critico, ad esempio – che risultano tanto più efficaci quando siano ampiamente condivise.

Égalité aspira a fomentare un movimento di base teso a promuovere un modello sociale più giusto, equo e sostenibile. Seguendo lo schema operativo ‘osservare-condividere-agire’, è anzitutto necessario mettere a fuoco i livelli di diseguaglianze a livello locale, macro-regionale e globale. A tal fine, nelle Sezioni a seguire, ci si accinge a illustrare e aggiornare i Divide, le diseguaglianze che attengono ai diritti universali degli individui e la loro dignità. Cibo sicuro e nutriente, acqua potabile e servizi igienici, assistenza sanitaria (con attenzione peculiare alle categorie più vulnerabili). Nonché istruzione, lavoro e reddito minimo, alloggio, prestazioni sociali.

(Dario Dongo)