La rivista dei consumatori francesi 60 Millions de Consommateurs pubblica una comparazione tra i localizzatori (tracker) utili per rintracciare persone, animali domestici, oggetti e veicoli. Questi dispositivi non sono classificati come ‘medicali’ ma possono rivelarsi utili anche per la sicurezza di bambini e persone con i primi sintomi di Alzheimer. (1)
La prima tipologia di localizzatori è dedicata al ritrovamento di oggetti, come chiavi, portafoglio o borsa. Pesano meno di 20g e funzionano secondo la tecnologia Bluetooth Low Energy (LE), che consuma fino a dieci volte meno energia del Bluetooth.
Si utilizzano mediante smartphone e risultano utili nella localizzazione (con allarme sonoro) entro un raggio di oltre 100 metri, con funzioni meno precise nel caso di abitazioni a più piani.
I piccoli localizzatori dei due big Apple e Samsung possono funzionare anche a distanze maggiori, con una precisione di pochi centimetri, grazie alla tecnologia Ultra Wideband (UWB), che per il tracciamento usa come ‘ripetitori’ i telefoni di altri utenti (in forma anonima). Con una distinzione:
– Air-Tag di Apple, che costa circa 37 euro, attivando la funzione ‘Trova’ usa come rete tutti gli iPhone che si trovano nelle vicinanze,
– SmartTag2 di Samsung (prezzo di circa 30 euro) offre un servizio di localizzazione simile, ma la rete è molto più limitata poiché include solo gli smartphone su cui gli utenti hanno installato l’apposita applicazione.
Questa funzione è ovviamente meno efficace nelle aree rurali, dove non si trovano smartphone.
I localizzatori di Apple e Samsung sono primi in classifica, secondo le prove condotte da 60 Millions de Consommateurs. Chipolo One Spot (circa 34 euro), per il sistema Apple, è terzo. Orbit Key (circa 40 euro), compatibile con Apple e Samsung, è quarto in classifica.
I localizzatori per monitorare un’auto o una moto sono generalmente più grandi e pesanti, ma alcuni modelli si prestano anche all’inserimento in una borsa o in una tasca.
Il tracciamento della posizione avviene mediante un chip GPS che trasmette la posizione allo smartphone. In questo caso è però necessario un abbonamento mensile o annuale e una SIM card.
Alcuni localizzatori di questa categoria consentono di stabilire un confine di sicurezza oltre il quale viene inviato un allarme sullo smartphone. Questa funzione è molto utile per sorvegliare con discrezione un familiare con i primi sintomi di Alzheimer, ma anche i bambini nel tragitto casa-scuola, per esempio, o nelle attività prive della sorveglianza di un adulto.
I primi tre localizzatori nella classifica di 60 Millions de Consommateurs sono:
– PAJ GPS. L’apparecchio pesa circa 140g, costa circa 30 euro e richiede il pagamento di un abbonamento da 5 a 7 euro/mese per la SIM,
– Geotraceur Locbox Nano (295 euro), non disponibile in Italia,
– Winnes 905 b 4g (circa 85 euro), 370g. Richiede l’attivazione una SIM.
Da notare che mentre in Francia la compagnia Free offre una sim card ad appena 2 €/mese, in Italia questi abbonamenti ad hoc sembrano poco diffusi.
La terza categoria di localizzatori esaminata dal mensile dei consumatori francesi è studiata per monitorare gli spostamenti degli animali domestici.
Come i modelli per localizzare i veicoli, questi dispositivi funzionano con la rete GPS e richiedono l’inserimento di una sim card e la sottoscrizione di un abbonamento. Consentono inoltre l’impostazione di un’area limite oltre la quale viene inviata una notifica sullo smartphone collegato.
L’area di funzionamento è indicata in 500 metri, ma secondo i test francesi in città non supera i 250 metri.
I primi tre in classifica sono
– Tractive dog (prezzo circa 50 euro)
– Weenect (circa 50 euro),
– Kippy (circa 50 euro), che però fatica nella comunicazione in tempo reale del superamento della zona limite impostata.
Marta Strinati