La solidarietà, la libertà, la giustizia, la pace, andando oltre le barriere geografiche. Il coraggio di superare anche presunti “protocolli”, seguendo la suprema regola: aiutare l’altro in difficoltà, allo stremo dopo un viaggio disperato.
“L’ultima isola” è il film-documentario sulla più terribile tragedia del Mediterraneo dei nostri giorni, nelle acque di Lampedusa. Un evento che ha scioccato l’Italia e l’Europa (368 morti). Nessuno show della sofferenza, ma un potente esempio di amore concreto e speranza. Il film gode, infatti, del patrocinio di Amnesty International.
Una storia straordinaria, con persone comuni divenute “eroi per caso” durante quella che viene considerata la più grave sciagura del Mediterraneo dalla seconda guerra mondiale ad oggi. Otto amici, abitanti di Lampedusa, a mezzanotte escono per una gita notturna sulla Gamar, la barca in legno restaurata da Vito. Decidono di dormire in mare per poi svegliarsi all’alba e pescare “al traino” i tonnetti.
Raggiungono la zona della “Tabaccara”, luogo incantevole con un’acqua così limpida che si può vedere il fondo da diversi metri di altezza. Si addormentano. Ma l’alba li sorprende in modo inimmaginabile: all’improvviso si ritrovano circondati da strane sagome galleggianti, tonde e nere. Sono boe?
E quelle flebili voci nel buio, sono i gabbiani? No, sono migranti africani.
Quella notte senza luna, Vito, Grazia, Sharani, Carmine e Rosaria, Alessandro, Linda e Marcello ne salvano 47, tirandoli su nella barca di soli 9 metri.
“L’ultima isola” ha vinto il premio del pubblico al Biografilm Festival 2024, importante concorso internazionale ed è stato premiato nel corso del RIDF, il Rome Independent Documentary Festival.
Gli studenti dell’università Roma Tre gli hanno conferito il Best Doc DAMS Giury, premio conferito dagli studenti del Dipartimento di Arti, Musica e Spettacolo. Nel corso del Fipadoc di Biarritz, uno dei massimi festival documentaristici internazionali in Francia, ha avuto grandi consensi tra il pubblico e gli addetti ai lavori.
«Un importante reportage che sfida le regole, riuscendo ugualmente a non spegnere mai l’attenzione. Non è solo un film sul tema delle migrazioni, ma è anche una lezione di cinema». Così lo ha definito un critico del calibro di Giancarlo Zappoli.
Oltre al Biografilm 2024, “L’ultima isola” è stato molto apprezzato in altri 13 eventi e concorsi internazionali. Alto gradimento anche per la fotografia, diretta da Emanuele Pasquet, e il montaggio curato da Jacopo Reale. Due professionisti di grande esperienza, con all’attivo molti lavori importanti.
La storia di quella drammatica vicenda si intreccia con un’amicizia viscerale che ha unito per sempre i protagonisti di quella notte, e che riuscirono a salvare 47 persone su una piccola barca di nove metri.
«Questo documentario nasce da sei anni di ricerca e riprese accanto a questo gruppo di amici che ha vissuto un’esperienza così eccezionale.
Quello che ne è uscito fuori non è un film sull’immigrazione, o meglio non solo. È un film sul superamento del dolore e sulla sua trasformazione in qualcosa di altro, esprime una rinascita collettiva», racconta il regista Davide Lomma.
Il docu-film “L’ultima isola” è stato inoltre premiato come “Best Documentary” al Berlin Indie Film Festival e ha ricevuto il Premio “Mario Paciolla” al Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli. Il film è stato riconosciuto dal Ministero della Cultura con la qualifica di film d’essai, ovvero come film di ricerca e sperimentazione di qualità, avente particolari meriti culturali e artistici.
Il 3 febbraio 2025 il docu-film viene proiettato al Pop Up Cinema Arlecchino di Bologna, alla presenza del regista. Il 20 febbraio sarà al Cinema Beltrade di Milano. E poi in altre decine di sale italiane.
Copywriter, giornalista e missionario laico nel Sud del mondo. È stato co-fondatore e caporedattore delle sei testate del free press Il Caffè - Roma, Latina e province - e della rivista nazionale Acqua&Sapone.