Smog, particolato fine, ozono e biossido di azoto minacciano la salute umana e quella degli ecosistemi. L’inquinamento atmosferico rappresenta la più grande minaccia ambientale per la salute e concorre a malattie croniche quali ictus, cancro e diabete. I decessi attribuiti all’inquinamento atmosferico e alla cattiva qualità dell’aria sono stimati a tripla cifra in Europa.
L’ultima valutazione dell’impatto sulla salute della qualità dell’aria, pubblicata a dicembre 2024 dall’Agenzia europea dell’ambiente (EEA) (1) evidenzia che quasi 240 mila decessi l’anno nella Ue possono essere attribuiti all’esposizione al particolato fine PM 2,5. Gli europei sono esposti a concentrazioni di inquinanti atmosferici superiori a quelli raccomandati dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Ma il danno non riguarda solo la comunità umana. Quasi tre quarti degli ecosistemi europei sono esposti a livelli dannosi di inquinamento atmosferico, che si traducono in acidificazione, eutrofizzazione, danni alle foreste e alla colture, perdita di biodiversità.
Il panorama viene dalla nota informativa dell’Agenzia «Harm to human health from air pollution in Europe: burden of disease status 2024» (Danni alla salute umana dovuti all’inquinamento atmosferico in Europa: incidenza dello stato delle malattie 2024) (2)
I dati fra l’altro, nel conteggio delle migliaia di decessi attribuibili all’inquinamento, segnalano una tendenza al miglioramento per l’esposizione a lungo termine a particolato fine, biossido di azoto e ozono, i tre principali inquinanti.
Fra il 2005 e il 2022 ‘il numero di decessi nell’UE imputabili al particolato fine o PM2,5 è diminuito del 45%, restando in linea per raggiungere l’obiettivo di riduzione del 55% delineato nel piano d’azione dell’UE «inquinamento zero» per il 2030′, scrive l’Agenzia europea per l’ambiente.
L’obiettivo dell’Europa è quello di ridurre l’impatto dell’inquinamento atmosferico, verso Zero Pollution, con l’introduzione delle nuove norme entrate in vigore lo scorso dicembre.
Certo è che l’inquinamento atmosferico, scrive l’EEA, ‘continua a rappresentare il principale rischio ambientale per la salute degli europei (seguito da altri fattori quali l’esposizione al rumore e alle sostanze chimiche nonché i crescenti effetti sulla salute delle ondate di calore legate al clima) ed è responsabile di malattie croniche e decessi attribuibili, in particolare nelle città e nelle aree urbane’.
Analizzando i dati sulla mortalità dovuta a tutte le cause naturali (escludendo cioè le cause accidentali e altre cause non naturali), attribuibili all’esposizione a lungo termine ai principali inquinanti atmosferici, l’Agenzia europea per l’ambiente stima che nella Ue a 27 nel 2022:
L’Italia vanta il triste primato del più alto di decessi attribuiti al PM 2,5 nel 2022 (seguono Polonia e Germania).
I decessi attribuibili al PM 2,5 in Italia sono stimati in oltre 48 mila (il numero è 48.610: in pratica un quinto delle 239 mila vittime stimate nella Ue a 27 si registra nel nostro Paese); 9.620 sono i decessi attribuibili a biossido di azoto e 13.640 quelli attribuibili all’inquinamento da ozono.
L’inquinamento atmosferico degrada gli ambienti, riduce la biodiversità, danneggia la salute degli ecosistemi in modi diversi.
La nota dell’Agenzia «Impacts of air pollution on ecosystems in Europe» (Effetti dell’inquinamento atmosferico sugli ecosistemi in Europa) (3) esamina l’esposizione della vegetazione ai principali inquinanti atmosferici e il modo in cui questo si traduce in resa delle colture e perdite economiche.
L’azoto presente nell’aria e che si deposita negli ecosistemi aumenta il carico di nutrienti (eutrofizzazione) e questo causa cambiamenti nella struttura degli ecosistemi e nelle specie vegetali che possono andare perdute, oppure svilupparsi di più se beneficiano di alti livelli di azoto, cambiando così la struttura di un ecosistema.
Nel 2022, spiega l’EEA, ‘il 73% degli ecosistemi dell’UE si trovava al di sopra dei carichi critici per l’eutrofizzazione’.
Un terzo dei terreni agricoli è stato esposto a concentrazioni di ozono a livello del suolo troppo alte, col risultato di avere danni alle coltivazioni e perdite economiche. L’ozono danneggia le foreste, abbassa i tassi di crescita delle piante, compromette la biodiversità. L’impatto negativo dell’ozono si misura anche con rese ridotte di grano e patate, con perdite stimate nel 2022 di 1,3 miliardi di euro per il grano e 680 milioni di euro per le patate in tutta Europa.
Ci sono poi i metalli pesanti, inquinanti tossici che si depositano negli ecosistemi, si accumulano sui terreni e successivamente si bioaccumulano (vale a dire che una sostanza si accumula all’interno di un organismo nel corso della sua vita).
La direttiva riveduta relativa alla qualità dell’aria (direttiva (UE) 2024/2881) è entrata in vigore il 10 dicembre 2024 e introduce nuovi standard di qualità dell’aria da raggiungere entro il 2030 (4). Gli inquinanti cui si riferisce comprendono fra gli altri il particolato PM10 e PM2,5, il biossido di azoto e l’anidride solforosa.
Ci sarà però la possibilità di rinviare il termine per raggiungere gli obiettivi previsti: ‘In circostanze specifiche, gli Stati membri possono disporre di più tempo per conformarsi alle nuove norme‘. Inoltre, la legislazione ‘garantirà che le persone che soffrono di danni alla salute dovuti all’inquinamento atmosferico abbiano il diritto di essere risarcite’ in caso di violazione delle norme UE sulla qualità dell’aria.
Sabrina Bergamini
(1) Health and environment impacts of air pollution exposure remain high across Europe https://www.eea.europa.eu/en/newsroom/news/health-and-environment-impacts-of-air-pollution?activeAccordion=da162680-29c7-4202-9c94-a9b540c935e7
(2) Harm to human health from air pollution in Europe: burden of disease status, 2024 https://www.eea.europa.eu/en/analysis/publications/harm-to-human-health-from-air-pollution-2024
(3) Impacts of air pollution on ecosystems in Europe https://www.eea.europa.eu/en/analysis/publications/impacts-of-air-pollution-on-ecosystems-in-europe
(4) Zero Pollution: entrano in vigore le nuove norme UE per un’aria più pulita entro il 2030 https://environment.ec.europa.eu/news/new-pollution-rules-come-effect-cleaner-air-2030-2024-12-10_en