È importante “garantire un’inclusione scolastica che non sia solo teorica, ma anche e soprattutto effettiva, nella quale ogni ragazzo e ragazza si senta valorizzato e accolto, ma anche guidato da adulti consapevoli nella comprensione del proprio ruolo e delle proprie responsabilità”. È la conclusione cui giunge la consultazione pubblica promossa dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza dal titolo “Scuola e inclusione: dico la mia”. (1)
L’Autorità ha dato voce agli studenti per capire cosa pensino di scuola, inclusione e disabilità. Lo studio è stato pubblicato online sul sito dell’Autorità in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità che ricorre il 3 dicembre di ogni anno.
La fotografia che emerge è quella di una scuola ancora poco inclusiva. E a dirlo sono gli stessi studenti, attraverso opinioni che evidenziano un gap fra il comportamento individuale e quello della classe/comunità scolastica.
Lo studio evidenzia che sono trascorsi diciotto anni dall’adozione della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, trentacinque dall’adozione della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che sancisce il diritto all’istruzione; “tuttavia, nonostante i numerosi e concreti passi in avanti sin qui realizzati, l’effettività del diritto all’istruzione per tutti rimane ancora oggi un obiettivo da raggiungere”.
Cosa pensano ragazzi e ragazze della scuola che frequentano? Da questa domanda è partita l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza che ha realizzato una consultazione pubblica per dare agli studenti la possibilità di esprimersi su scuola, inclusione e disabilità. Complessivamente hanno partecipato 6.042 ragazzi tra i 14 e i 19 anni.
Quando si parla di inclusione a scuola, “il 43,5% dei ragazzi ha dichiarato di aver assistito o di essere venuto a conoscenza di episodi di bullismo nei confronti di studenti con disabilità”, evidenzia lo studio. “Il dato è già di per sé allarmante, ma ciò che colpisce ancora di più è che il 36,5% di questi giovani non sapeva come comportarsi o a chi rivolgersi. In proposito, si ricorda che negli ultimi anni sono state create figure ad hoc, come ad esempio quella del docente referente, per contrastare all’interno degli istituti scolastici gli episodi di bullismo e cyberbullismo. Tuttavia, benché si tratti di una percentuale ridotta, i risultati della consultazione portano in evidenza come siano necessari ulteriori interventi, in particolare in termini di educazione al rispetto dell’altro e di sana gestione dei conflitti”.
“Uno degli aspetti che più mi colpisce nel leggere i risultati della consultazione è quello della discrepanza di percezione che i ragazzi hanno del proprio comportamento come singoli e come parte del gruppo di appartenenza. Se oltre il 70%, infatti, dichiara di essere individualmente ‘abbastanza o molto accogliente’ verso i compagni con disabilità, quando si prende in considerazione il carattere inclusivo del gruppo il 58% trova la propria classe poco inclusiva. Questo aspetto rende quanto mai necessario rafforzare nei ragazzi il senso di appartenenza a una comunità e il senso di responsabilità individuale all’interno del gruppo”, commenta l’Autorità garante Carla Garlatti. (2)
Solo meno di quattro studenti su dieci (38,2%) dichiarano di aver avuto indicazioni dagli insegnanti su come comportarsi con un compagno con disabilità. E rispetto alla preparazione degli insegnanti di sostegno, la metà dei ragazzi (50,5%) pensa che quelli preparati siano pochi.
Il 53,8% degli studenti trova gli edifici scolastici abbastanza adeguati alle esigenze delle persone con disabilità fisica, mentre solo il 26,8% li ritiene adeguati a chi ha disabilità psichiche e il 16,2% a chi ha difficoltà sensoriali.
Il 58% trova la propria classe poco inclusiva, mentre a livello individuale il 55% dichiara di essere “abbastanza accogliente” e il 21,4% “molto accogliente”.
Sei studenti su dieci (62,1%) sono convinti che vi siano momenti che tendono a escludere gli alunni con disabilità. Un altro dato che viene percepito dai ragazzi è infatti un calo di attenzione verso gli alunni con disabilità man mano che prosegue il percorso di studi.
Guardando all’aspetto didattico, infatti, “la metà dei ragazzi che hanno partecipato alla consultazione ha indicato che rispetto alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria, l’attenzione verso gli studenti con disabilità è minore nelle secondarie di primo e grado. I ragazzi percepiscono una minor cura e attenzione verso i compagni di classe con disabilità andando avanti con il corso degli studi. Questa sensazione porta spesso a vedere la propria classe poco inclusiva verso gli studenti con disabilità (coloro che hanno risposto frequentano scuole secondarie di primo o secondo grado). A riprova di ciò, il 58% di chi trova la propria classe poco inclusiva ritiene che andando avanti con il grado di istruzione diminuisca la cura e l’attenzione verso i compagni di classe con disabilità”.
La scuola nel suo complesso è inclusiva? La risposta non è netta e gli studenti si spaccano a metà: il 51,4% è convinto che non lo sia, il 48,6% pensa di sì.
Chi ritiene la scuola non inclusiva ha però idee chiare sulle aree di intervento:
– il 52,9% ritiene sia necessario investire nella formazione degli insegnanti;
– il 36,2% (più di uno su tre) pensa che sia molto importante la sensibilizzazione tra pari (coetanei, compagni di scuola);
– il 30,4% fa riferimento all’importanza di investimenti nell’edilizia scolastica evidentemente inadeguata;
– il 26,5% ritiene utile un investimento nello psicologo scolastico;
– per l’11,9% degli studenti è utile aumentare il numero degli insegnanti di sostegno.
Se questa è la percezione, qual è lo stato degli alunni con disabilità nelle scuole italiane? Secondo il report dell’Istat pubblicato a febbraio 2024 e relativo all’anno scolastico 2022/2023 continuano le criticità nell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità (3) che nelle scuole di ogni ordine e grado sono quasi 338 mila, il 4,1% del totale degli iscritti.
Secondo l’Istat migliora l’offerta di insegnanti per il sostegno e il rapporto alunno-insegnante, pari a 1,6, è migliore di quello previsto dalla legge.
Ma tra gli insegnanti 1 su 3 non ha una formazione specifica. Si tratta infatti di docenti selezionati dalle liste curriculari che non hanno una formazione specifica per il sostegno ma vengono utilizzati per far fronte alla carenza di figure specializzate. Oltre uno su dieci viene poi assegnato in ritardo: a un mese dall’inizio della scuola, infatti,circa il 12% degli insegnanti per il sostegno non risulta ancora assegnato.
Un altro dato da sottolineare è che c’è ancora una forte discontinuità nella didattica: ben il 60% degli alunni con disabilità cambia insegnante per il sostegno da un anno all’altro, il 9% nel corso dello stesso anno scolastico.
Il 27% delle scuole (ma una scuola su tre nel Mezzogiorno) non ha un numero sufficiente di postazioni informatiche per gli alunni con disabilità.
I problemi di inclusione si manifestano anche quando ci sono gite didattiche: gli alunni con disabilità spesso non partecipano a quelle che prevedono un pernottamento.
L’87% degli alunni con disabilità partecipa infatti alle uscite didattiche brevi (senza dormire fuori la notte) organizzate dalla scuola, ma la situazione cambia se cambia la durata della gita: il 62% degli alunni con disabilità, una cifra drammaticamente alta, non partecipa alle gite con pernottamento – percentuale che arriva al 72% nel Mezzogiorno. Anche le attività extra-didattiche organizzate nel corso dell’orario scolastico, come laboratori artistici, scacchi, teatro, vedono un gap di partecipazione: vi prendono parte solo meno della metà degli alunni con disabilità (48%).
Quale accessibilità poi per gli edifici? Pochissima: solo il 40% delle scuole è accessibile per gli alunni con disabilità motoria, un dato già basso che scende al misero 17% per gli alunni con sordità o ipoacusia e all’infimo 1,2% per gli alunni con cecità o ipovisione.
Sabrina Bergamini
(1) Scuola e inclusione: dico la mia https://www.garanteinfanzia.org/sites/default/files/2024-12/scuola-e-inclusione-dico-la-mia.pdf
(2) 3 dicembre, Giornata persone con disabilità: per i ragazzi la scuola è poco inclusiva
(3) Report Istat L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità. Anno 2022/2023