La Commissione europea ha presentato una proposta per la creazione dalla identità digitale europea, una sorta di portafoglio digitale personale (digital wallet). (1)
I portafogli europei di identità digitale consentiranno ai cittadini di identificarsi digitalmente, di conservare e di gestire non solo i dati relativi alla propria identità e i documenti ufficiali in formato elettronico, ad esempio la patente di guida, ma anche ogni altro documento, come le prescrizioni mediche o i titoli di studio.
La gestione del portafoglio digitale avverrà attraverso un’app, che potrà essere scaricata e installata sullo smartphone o su qualsiasi dispositivo personale.
Alla app si potrà accedere attraverso un sistema di autenticazione biometrica e tra le varie soluzioni proposte, vi è il riconoscimento dell’impronta digitale e la scansione della retina.
Margrethe Vestager, vicepresidente esecutivo della Commissione europea, ha dichiarato: “Con l’identità digitale europea potremo fare in qualsiasi Stato membro quello che facciamo nel nostro paese senza costi aggiuntivi e con minori ostacoli, ad esempio affittare un appartamento o aprire un conto bancario all’estero, e tutto questo in modo sicuro e trasparente”.
Il portafoglio digitale europeo sarà:
L’identità digitale europea potrà essere utilizzata per:
Richiedere un prestito bancario è un processo che richiede numerosi passaggi, dall’organizzazione degli appuntamenti e degli incontri fisici tra l’interessato e la persona di riferimento della banca, alla raccolta e alla firma di tutti i documenti cartacei e, come spesso accade, alla ripetizione delle dette operazioni, in caso di documenti mancanti o sbagliati, con un notevole dispendio di tempo e di energia.
Con l’Identità Digitale Europea, l’utente dovrà solo selezionare i documenti necessari, che dovranno essere memorizzati sul suo portafoglio digitale ed inviarli alla banca con un semplice “clic”.
Il portafoglio digitale europeo potrà essere:
La Commissione si è inoltre proposta di concordare con gli Stati membri un piano tecnico-giuridico di riferimento, al fine di vagliare al dettaglio tutti gli aspetti operativi necessari per garantire i più elevati livelli di sicurezza e di tutela della privacy.
Gli Stati membri dovranno, a loro volta, collaudare e certificare i propri portafogli, secondo i requisiti di massima sicurezza, che saranno imposti dalla Commissione stessa.
La normativa di riferimento è il reg. UE n. 910/2014 ‘eIDAS’ sull’identità digitale, (Electronic IDentification Authentication and Signature), che ha fornito una base normativa a livello comunitario per i servizi fiduciari e i mezzi di identificazione elettronica, dalla firma digitale alla certificazione di integrità per i documenti.
Il suddetto regolamento non statuisce, però, alcun obbligo per gli Stati membri di sviluppare una identità digitale nazionale, né di renderla interoperabile e valida fra i diversi Paesi.
Attualmente, infatti, solo 19 Stati hanno un proprio sistema di identificazione digitale, equiparabile allo SPID italiano. Ma si tratta di sistemi difficilmente compatibili tra loro, non in grado di cooperare e di scambiare informazioni e/o servizi con gli altri sistemi.
Sarà pertanto necessario e urgente predisporre, nel breve periodo, un adeguato quadro normativo, che possa colmare le lacune del presente regolamento e promuovere un’effettiva e piena identità digitale comunitaria interoperabile, vincolante per tutti gli Stati membri.
La proposta del portafoglio digitale si inquadra nell’ambito della c.d. ‘Bussola per il digitale’ (2), un programma dell’Unione europea, che si prefigge la trasformazione digitale dell’Europa entro il 2030 e che si sviluppa su quattro priorità – infrastrutture, competenze, servizi, imprese – per garantire un futuro digitale antropocentrico, sostenibile e inclusivo.
In questo decennio digitale l’Europa dovrà arrivare ad avere più cittadini con competenze digitali, una copertura in 5G per tutte le zone abitate e gigabit per tutti. E ancora, tutti i servizi pubblici principali dovranno essere digitalizzati, così come la sanità, con il fascicolo medico on line. (3)
L’identità digitale europea, così come pensata dalla Commissione, avrà certamente un ruolo di primaria importanza nel contribuire al raggiungimento di questi obbiettivi.
L’ambizione dell’UE è conseguire una sovranità digitale in un mondo aperto e interconnesso.
Le tecnologie digitali saranno certamente fondamentali, ma affinché l’innovazione possa portare a una transizione efficace, verso una società e un’economia post-pandemiche sostenibili e inclusive, sarà necessario promuovere un’innovazione, che sia il più possibile antropocentrica, cioè capace di porsi al servizio dell’uomo, dei suoi bisogni e della transazione ecologica, in un’ottica di un nuovo Umanesimo digitale.
Sarà pertanto necessario promuovere un nuovo e rivoluzionario approccio, capace di creare una sana interazione tra uomo, tecnologia e ambiente, che sappia riconoscere e valorizzare l’essere umano, le sue capacità e l’ambiente in cui vive e soprattutto, sia in grado di servirsi del digitale per accrescerne il potenziale e non per limitarlo.
Elena Bosani
(1) European Digital Identity | European Commission (europa.eu)
(2) Decennio digitale europeo: obiettivi digitali per il 2030 | Commissione europea (europa.eu)
(3) Decennio digitale europeo: un’Europa autonoma e responsabile dal punto di vista digitale entro il 2030
Avvocata in Milano e Francoforte sul Meno. Esperta in diritto di famiglia, minorile e penale, è ora iscritta a un master universitario in diritto alimentare