Dopo tre anni di mobilitazione, la Tampon Tax, l’Iva sugli assorbenti femminili, da gennaio 2022 scende dal 22 al 10%. La novità incide nell’economia delle donne, costrette ogni mese a pagare un prodotto essenziale come fosse un bene superfluo. Ma soprattutto dimostra che le ingiustizie di genere sono pronte per essere sanate. Il prossimo passo? Tagliare la Tampon Tax al 4%.
La vittoria contro il ‘caro Iva’ sugli assorbenti femminili è stata condivisa il 5 novembre scorso in Senato dalle protagoniste dell’impresa. Vale a dire le giovani attiviste che da tre anni si battono contro la Tampon Tax e Coop Italia, che le ha affiancate nell’ultimo anno, conducendole alla vittoria.
All’incontro ha partecipato Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità, che ha portato al governo le istanze sulla Tampon Tax, accolte – in parte – nella Manovra 2022.
‘La strada per una piena parità di genere è ancora lunga, ma abbiamo tutti gli strumenti per percorrerla insieme’, ha detto la ministra.
La mobilitazione sulla Tampon Tax è stata concepita 3 anni fa in un sottoscala milanese dalle ragazze del collettivo Onde Rosa. Un primo megafono si è materializzato con la pubblicazione della petizione ‘Stop Tampon tax, il ciclo non è un lusso’ ancora attiva su Change.org. Quasi 670mila firme mentre scriviamo.
A mettere il turbo alla mobilitazione si è dedicata Coop Italia, dove la figura femminile è centrale. Oltre ai vertici, a cominciare dalla amministratrice delegata Maura Latini, è donna il 70% dei lavoratori e il 43% dei responsabili dei negozi.
Grazie all’impegno di soci e volontari Coop, a sostegno della petizione sono state raccolte oltre 79.000 firme in presenza in 260 punti vendita dislocati in 221 comuni.
La mobilitazione sulla Tampon Tax è peraltro un tassello della campagna Close the Gap lanciata da Coop Italia a marzo scorso per eliminare le discriminazioni di genere. Un percorso che si snoda tra progetti interni, percorsi formativi e coinvolgendo i fornitori di prodotto a marchio.
Il taglio di 12 punti dell’Iva sugli assorbenti ‘promesso’ dal governo deve essere approvato in Parlamento. Ma la misura potrebbe migliorare ancora, se i parlamentari dessero ascolto alla richiesta di giustizia economica avanzata da oltre mezzo milione di cittadini.
La mobilitazione delle donne punta infatti al riconoscimento degli assorbenti come beni di prima necessità. E in quanto tali, soggetti a Iva del 4%.