Il disegno di legge per la riforma del reato di diffamazione, ora in discussione al Senato italiano, rischia di mettere il bavaglio all’informazione. Il sindacato dei giornalisti (FNSI, Federazione nazionale della stampa italiana), convoca una manifestazione in piazza a Roma giovedì 14 dicembre 2023. (1)
Le norme più pericolose per la libertà di stampa e di espressione contenute nel disegno di legge sono tre, secondo il sindacato dei giornalisti:
– la sanzione per diffamazione viene elevata fino a 50mila euro (contro gli attuali 1.000 euro circa). Questa cifra monstre potrebbe scoraggiare gran parte dei giornalisti a scrivere liberamente, anche perché ormai il 70% dei lavoratori nell’informazione è rappresentato da collaboratori co.co.co. o ‘autonomi’ a partita Iva, con compensi bassi e senza le tutele dei contrattualizzati,
– l’indicazione del foro competente viene stabilito presso il domicilio del querelante, invece che nel luogo di registrazione della testata. In pratica, il giornalista per difendersi sarebbe costretto a costose trasferte (e parcelle per avvocati locali) a ogni querela per diffamazione presentata su tutto il territorio nazionale,
– il diritto di rettifica diventa uno spazio a esclusiva disposizione della persona che si senta offesa o diffamata da un articolo. A margine della richiesta di rettifica, infatti, l’autore dell’articolo non può aggiungere un commento o una risposta che motivi il fondamento dello scritto.
Lo squilibrio dello schema di riforma del reato di diffamazione è aggravato dall’assenza di misure idonee a inibire le ‘querele temerarie’, per le quali da anni si chiede un intervento dissuasivo, anche in ambito europeo. (2)
Il testo propone soltanto, all’articolo 6, ‘la facoltà di condannare il querelante al pagamento di una somma da 2.000 euro a 10.000 euro in favore della cassa delle ammende’, in caso di querela infondata. (3)
Ora, si immagini quanto sia efficace una sanzione fino a 10mila euro per inibire le querele temerarie promosse da chi ha ampia disponibilità di denaro e avvocati per intimorire un giornalista, sempre più spesso precario o ‘autonomo’, (sotto)pagato ad articolo. Preso di mira dall’ufficio legale di un colosso industriale, un politico, un delinquente danaroso, è molto probabile che il giornalista smetta di scrivere le verità scomode.
La proposta di riforma del reato di diffamazione prevede del resto un paio di aspetti in apparenza positivi.
Il giornalista condannato per diffamazione verrà chiamato a pagare fino a 50mila euro di sanzione, più i danni. Però non rischierà più di finire in prigione (come chiesto dalla Corte costituzionale). Un’alternativa poco appetibile, immaginando di venire colpiti da sanzioni penuniarie insostenibili, capaci di rovinare la vita a intere famiglie.
‘Mi viene voglia di dire “ridateci il carcere”, perché penso che tanti colleghi preferirebbero andare in galera piuttosto che pagare cifre spropositate. È essenziale un testo moderno che cancelli il carcere, ma con questi interventi si finisce per imbavagliare la stampa’, tuona Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi. (4)
La tutela delle fonti – da sempre considerato potente scudo della professione e che teoricamente consente al giornalista di non rivelare la fonte delle notizie che pubblica – viene estesa ai giornalisti iscritti all’Ordine nell’elenco dei pubblicisti. Questa seconda previsione ‘positiva’ nello schema di riforma fatica a convincere. Professionisti o pubblicisti, poco cambia. Quando viene disposto il sequestro di tutti i dispositivi del giornalista (telefono, computer, tablet) con l’estrazione di ogni informazione in essi contenuta, la tutela delle fonti si sgretola (e con essa la privacy del giornalista).
Per evidenziare i rischi della proposta Balboni (dal nome del primo firmatario, senatore di FdI e avvocato ferrarese, Alberto Balboni), il sindacato nazionale dei giornalisti italiani convoca una riunione straordinaria del Consiglio nazionale alla quale sono invitati a partecipare, insieme a colleghe e colleghi, i rappresentanti degli organismi della categoria, parlamentari, magistrati, cittadini.
L’appuntamento è per giovedì 14 dicembre 2023 alle 10 a Roma, in piazza Santi Apostoli.
Marta Strinati
(1) Ddl Diffamazione, il 14 dicembre manifestazione e Consiglio nazionale straordinario in piazza. FNSI. 30.11.23 https://www.fnsi.it/ddl-diffamazione-il-14-dicembre-manifestazione-e-consiglio-nazionale-straordinario-in-piazza
(2) Dario Dongo, Elena Bosani. Proteggere la libertà di stampa da querele e liti temerarie, l’iniziativa UE. Égalité. 9.10.21
(3) DDL Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale, al codice di procedura penale e al decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70, in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione e di condanna del querelante nonché di segreto professionale, e disposizioni a tutela del soggetto diffamato. Senato della Repubblica https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01368510.pdf
(4) Si veda la conferenza stampa del 25.10.23 indetta da FNSI e Ordine nazionale, la cui registrazione è disponibile sul sito di Radio Radicale al link https://www.radioradicale.it/eventi/9231