Cosa è successo il 22.9.20 ai piedi dell’edificio della guardia di finanza in via Zhibek Zhola ad Almaty, in Kazakistan? Il corpo di Yerlan Konuspayev è stato trovato morto. Secondo la versione ufficiale Yerlan – 44 anni, felice marito e padre di 3 bambini – si sarebbe gettato dalla finestra del quinto piano dell’ufficio di polizia nel corso di un ‘interrogatorio di routine’. Davvero?
Negli ultimi due anni, Yerlan è stato vittima di ripetuti soprusi da parte di ispettori della guardia di finanza di Almaty. Il motivo? Il padre, professore di chimica all’Università Al-Farabi, una delle più prestigiose del Paese, aveva presentato un progetto scientifico e industriale allo Stato della Repubblica del Kazakistan.
Il progetto del professore era stato interrotto per una serie di ostacoli, anche di tipo burocratico, e lo Stato ha chiesto il rimborso delle somme anticipate. A seguito di ricorso avverso tale provvedimento, il professore aveva ottenuto un piano di rimborso scaglionato, poiché alcuni dei fondi erano stati spesi. Yerlan era il direttore finanziario dell’azienda di suo padre.
Un anno fa, Yerlan ha denunciato al dipartimento anticorruzione del Ministero dell’Interno un tentativo di estorsione. Un funzionario pubblico aveva richiesto a Yerlan diverse migliaia di dollari, minacciando altrimenti la denuncia per una frode contro lo Stato che non è stata mai commessa. A seguito della denuncia, il funzionario è stato arrestato e i suoi colleghi hanno deciso di vendicarsi. Tre mesi fa, gli ispettori della guardia di finanza hanno eseguito una perquisizione illegale nella casa dei genitori di Yerlan, confiscando i loro computer per esercitare pressioni sulla famiglia.
Il 22 settembre 2020 alle ore 22 Yerlan è stato convocato dalla guardia di finanza. Non è mai tornato. Come per magia, tutte le cause che lo riguardavano sono state annullate. La famiglia vuole la verità sulla morte di Yerlan. La famiglia vuole denunciare i ripetuti tentativi di estorsione e corruzione da parte di un dipartimento statale. Il padre di Yerlan ha lanciato un appello aperto al presidente del Kazakistan Kassym-Jom Tokayev, la famiglia e gli amici di Yerlan si stanno mobilitando per garantire che l’omicidio non venga insabbiato.
Affrontare quello che è diventato ‘l’affare Konuspayev’ significa ‘attaccare il sistema’, come direbbe Marlene Laruelle (autrice dell’articolo ‘In Asia centrale, l’illusione di un nuovo mondo’, su Le Monde Diplomatique, agosto 2020). Solo con l’aiuto della comunità internazionale, i media e i social network potremo ottenere giustizia. Per restituire la dignità postuma a un cittadino onesto, risarcire i suoi familiari e garantire la punizione dei colpevoli. Diritto, Verità, Giustizia!
Per maggiori informazioni, scrivere a konuspayevags@hotmail.fr
Bernard Faye
Dario Dongo
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.