Prosegue la mobilitazione cittadina per salvare dal cemento un fazzoletto verde di possibile interesse archeologico – nella periferia degradata di Roma, Municipio XI, quartiere Magliana – e allestirvi il Parco della Gioia. L’area designata, a ben vedere, costituiva parte del progetto di Parco Ruspoli, un’opera di progettazione partecipata iniziata nel 2011, presentata nel 2014, autorizzata nel 2017 e lasciata cadere nel nulla, tra le opposizioni dei partiti e l’inedia della burocrazia capitolina.
Abbiamo incontrato l’architetta paesaggista Rossana Lama che – a seguito di ampia consultazione dei cittadini e in accordo con loro, anche attraverso i comitati di quartiere – ha lavorato con impegno straordinario per sette anni a un progetto di verde pubblico che viene puntualmente richiamato in ogni campagna elettorale ma è di fatto sepolto. Forse anche perché il progetto voluto dai residenti in un’area del tutto priva di verde pubblico non ha incontrato gli interessi del comparto edile, i palazzinari romani, che negli ultimi 70 anni hanno fatto incetta di ogni centimetro di suolo.
Il progetto del Parco Ruspoli, dopo tre anni di lavoro indefesso e altrettanti di passaggi burocratici, ha raccolto nel 2017 tutte le autorizzazioni necessarie. Dal Municipio XI allora guidato da Maurizio Veloccia (ora assessore all’Urbanistica di Roma Capitale), la Regione sotto Nicola Zingaretti, la Sovrintendenza capitolina ai Beni Culturali. E la ratifica del Commissario straordinario con poteri di giunta capitolina, il Prefetto Francesco Paolo Tronca.
L’architetta paesaggista Rossana Lama aveva sviluppato il progetto di verde pubblico in una logica inclusiva – nel rispetto, tra l’altro, delle tradizioni agricole del territorio un tempo adibito a vigneti e oliveti – in tre aree.
Verde Pubblico 1, la prima area del Parco Ruspoli, si sarebbe dovuta sviluppare tra via Francesco Crispigni e via Anselmo Ciappi, ove tuttora invece insiste un parcheggio abusivo che non rispetta il vincolo paesaggistico di veduta (e si potrebbe invece interrare), oltre a non essere illuminato e perciò pericoloso di notte. Qui erano previsti:
La seconda area, Verde Pubblico 2, proseguiva al fianco di via E. Alibrandi Cruciani. Erano previsti un parcheggio immerso nel verde e un’area per i cani. I proprietari degli edifici antistanti, persa ogni notizia sull’allestimento di Parco Ruspoli, hanno poi comprato direttamente le aree.
La terza area di Verde Pubblico era prevista nell’area di Via dei Grottoni, proprio dove Égalité con l’aiuto dell’architetto Giancarlo Zema ha predisposto e presentato, al Municipio XI e al Comune di Roma, il Parco della Gioia. Con l’idea di allestirvi un archeo-green-edu-park, che a ben vedere riprende alcune idee già previste per il Parco Ruspoli.
Il Verde Pubblico 3, nel progetto di Parco Ruspoli, prevedeva due ingressi, uno da via E. Alibrandi Cruciani e uno da via Prospero Colonna. Nonché:
La lottizzazione edilizia di parte dell’area pianeggiante dei Grottoni era stata già considerata ai tempi del Parco Ruspoli, poiché i palazzinari già a quei tempi avevano trovato il modo di cementificare un’area dedicata a verde pubblico, esattamente ad agricoltura urbana.
Le brame di cemento sono però state bloccate, per problemi idrogeologici di cedimenti di cui si è avuto segno anche nei giorni scorsi, con una voragine nell’adiacente via Giannetto Valli la cui copertura ha richiesto otto camion di terra, dopo l’evacuazione dell’intero immobile antistante.
La piana dei Grottoni, storica cava di pregiato tufo litoide, era infatti un impluvio ed è stato coperto da riporto degli scavi per le costruzioni degli edifici in via Prospero Colonna. Le condizioni idrogeologiche antitetiche ad alcuna costruzione. Vi era già oltretutto un vincolo di 50m rispetto ad alcuni casali, tra cui l’ex casa cantonale in via dei Grottoni.
Il Parco Ruspoli doveva venire realizzato previo esproprio dei terreni privati, da realizzare entro i cinque anni successivi alla sua approvazione, al valore di mercato di 20€/mq, per un totale di 500 mila euro.
Il costo complessivo del Parco Ruspoli era 1,9 milioni di euro, comprensivi di giochi, pergole, percorsi, rampe e scalini, attrezzature sportive e recinzioni. E si sarebbe potuto ridurre anche in misura significativa, ove necessario, anche rinviando a fasi successive la realizzazione dei manufatti.
Gli oneri di urbanizzazione dell’inutile ecomostro PUP – a sua volta costruito in cima alla collina destinata a verde pubblico – erano pari a circa 900 mila euro ed erano stati specificamente destinati alla realizzazione del Parco Ruspoli.
Il Dipartimento PAU (Programmazione e Attuazione Urbanistica) del Comune di Roma, nondimeno, pur avendo avuto a disposizione tutte le visure catastali e i calcoli dei valori di aree comunque vincolate a verde pubblico, non ha eseguito nessun esproprio. E non si ha notizia del destino delle somme a tal uopo stanziate.
I residenti del quartiere si trovano ora questo ecomostro – supermercato, palestra e box – in area già vincolata a verde pubblico, e nessun verde. Oltre a un parcheggio abusivo e pericoloso. I cittadini e le associazioni dei quartieri Portuense, zone Largo Ruspoli Vigna Pia Magliana – Pian Due Torri sono perciò ora pronte a pretendere il rispetto degli impegni pre-elettorali.
Viva il Parco Ruspoli, e la sua integrazione con il Parco della Gioia, in nome di San Felice che si ha fiducia di poter ritrovare nel sottosuolo dei Grottoni e dello sviluppo sostenibile. Basta al cemento, si restituisca il verde pubblico ai cittadini!
Dario Dongo
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.