Si celebra oggi, 20 febbraio, il ‘Social Justice world day’, la giornata mondiale della giustizia sociale. Anzi della vergogna, per la direzione uguale e contraria impartita da ‘coloro che girano le rotelle del mondo’ (cit. Harumi Murakami). Come si è visto, da ultimo, al G7 di Biarritz.
‘Colmare il divario delle disuguaglianze per raggiungere la giustizia sociale’ è il tema prescelto dall’ONU per celebrare nel 2020 la giornata della vergogna. (1) Dal Palazzo di vetro si narra che ‘la giustizia sociale è un principio alla base della convivenza pacifica e prospera all’interno e tra le nazioni. Sosteniamo i principi della giustizia sociale quando promuoviamo l’uguaglianza di genere o i diritti delle popolazioni indigene e dei migranti. Promuoviamo la giustizia sociale quando rimuoviamo le barriere che le persone affrontano a causa di genere, età, razza, etnia, religione, cultura o disabilità.’ Clap Clap.
ILO (International Labour Organization) ha adottato il 10.6.08 la Dichiarazione sulla giustizia sociale per una globalizzazione equa. (2) ‘La Dichiarazione si concentra sulla garanzia di risultati equi per tutti, attraverso l’occupazione, la protezione sociale, il dialogo sociale e principi e diritti fondamentali sul lavoro.’ Clap Clap.
Gli SDGs – i Sustainable Development Goals in Agenda ONU 2030 – convergono a loro volta sull’esigenza prioritaria di ridurre le diseguaglianze:
– eradicazione della povertà estrema (#SDG1)
– stop alla fame nel mondo (#SDG2),
– diritto universale all’acqua e ai servizi igienici di base (#SDG6),
– copertura sanitaria universale (#SDG3),
– educazione (#SDG4),
– lavoro dignitoso e crescita economica (#SDG8),
– uguaglianza di genere (#SDG5. V. nota 3),
– riduzione delle diseguaglianze, all’interno e tra i Paesi (#SDG10. V. nota 4),
– protezione dei bambini (#SDG16)
Dalle promesse di carta alla realtà, alcuni dati di scenario su cui riflettere:
– 1 su 2 esseri umani vive oggi con meno di 2 dollari (1,8 euro) al giorno,
– il 60% dei lavoratori del pianeta non ha alcun tipo di contratto di lavoro,
– il 18% dei lavoratori ha un contratto a tempo indeterminato (dato in calo),
– 600 milioni di nuovi posti di lavoro dovrebbero venire creati entro il 2030, solo per stare al passo con la crescita della popolazione in età lavorativa (dati ILO).
L’economia ‘liquida’, la gig economy, il lavoro sregolato a piacimento di chi lo sfrutta è causa di un’insicurezza sociale dirompente. E la situazione continua a peggiorare, nelle economie c.d. avanzate come nei Paesi a Basso-Medio Reddito (Low-Middle Income Countries, LMIC).
L’ultimo rapporto di UNDP (United Nation Development Programme) sull’evoluzione della società mette a nudo, forse meglio di altri, le diverse dimensioni della diseguaglianza che affligge le popolazioni già a partire dalla prima infanzia. A livello globale – così come in Europa e in Italia – si registrano malnutrizione infantile e povertà educativa, in una società suddivisa in caste dai confini sempre più invincibili.
‘La disuguaglianza non riguarda solo quanto guadagna qualcuno rispetto al proprio vicino. Riguarda l’ineguale distribuzione della ricchezza e del potere, le prassi sociali e politiche che conducono oggi le persone nelle strade e i fattori scatenanti che le condurranno in futuro, a meno che qualcosa non cambi’ (Achim Steiner, Amministratore di UNDP, United Nation Development Programme, 9.12.19).
La coscienza della crisi sociale planetaria è ormai diffusa ma nessuno assume la responsabilità di stimolare un cambiamento. I diritti umani fondamentali rimangono lettera morta, privi dell’attuazione indispensabile per salvare il pianeta e i suoi abitanti. Ed è perciò che si riafferma l’esigenza di una Costituzione per la Terra quale ‘bussola etica’ di indirizzo delle politiche sociali e ambientali dei governi del pianeta.
‘L’eguaglianza giuridica sancita formalmente dal sistema capitalistico è un fondamento storico indispensabile per ogni lotta che miri alla sua estensione anche agli esclusi, a coloro ai quali il liberalismo classico non riconosce lo statuto di homme, in quanto tale portatore di diritti imprescrittibili.’ (6)
Il #WorldEconomicFailure che si riunisce ogni anno a Davos da mezzo secolo è l’emblema del fallimento dei rappresentanti del crony capitalism nel dichiarato obiettivo di consentire alla ‘mano invisibile del mercato’ un ruolo favorevole allo sviluppo economico del pianeta. Ed è velleitario credere che un club privato a cui partecipano (con quote di affiliazione tra i 60mila e i 600mila franchi svizzeri) quelle mille Corporation responsabili della crisi sociale in atto possa anche solo mitigare la crisi dalle stesse causata.
La politica deve rinnovarsi e affrancarsi dalla guida di quei centri di potere che affliggono le popolazioni. Recuperare il controllo dell’economia attraverso regimi fiscali idonei alla effettiva redistribuzione della ricchezza. Applicare imposte efficaci sui capitali e le loro rendite, sui redditi di posizione che sono tuttora ingiustificatamente privilegiati rispetto a quelli di lavoro. Investire sulla dignità dell’individuo e del lavoro, sulle politiche sociali a favore degli svantaggiati, sulla tutela dell’ambiente.
Bisogna smettere di lasciare spazio a ‘i sentimentali Lords che si compiacciono di trattare i lavoratori come umili clienti, si indignano ogni qualvolta la plebaglia chiede diritti e non simpatia’. (7). Non rimettere al grande evasore Jeff Bezos la scelta su come ‘donare’ 10 miliardi di US$ al ‘pianeta’. Affidare piuttosto ai singoli Stati – ove adeguate tasse sono dovute – la decisione su dove come e meglio investire le risorse pubbliche per il bene comune.
#Égalité!
Dario Dongo
(1) La Giornata mondiale della giustizia sociale è stata proclamata il 26.11.07, per il 20 febbraio di ogni anno, dall’Assemblea Generale ONU,
(2) ILO Declaration on Social Justice for a Fair Globalization (10.6.08),
(3) Alberto Negri. Il governo italiano con un piede in due scarpe. Il Manifesto, 16.2.20,
(4) SDG10. Reduce inequality within and among countries,
(6) Karl Marx, Il capitale, volume I (traduzione italiana di D. Cantimori, Editori Riuniti, Roma 1989, pp. 535-36)
(7) K. Marx – F. Engels, Opere complete, marzo 1853 – febbraio 1854 (traduzione italiana di F. Codino, Editori Riuniti, vol. XII, p. 259)
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.