‘The International Day for the Eradication of Poverty’. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel lontano 1992, ha dedicato il 17 ottobre di ogni anno all’eradicazione della povertà. (1) Il primo obiettivo dichiarato dai 193 Paesi che aderiscono all’ONU, in cima ai 17 SDGs (Sustainable Development Goals) fissati in Agenda 2030. Ma il traguardo è lontano e il tempo corre, in una crisi epocale della civiltà e dei diritti umani fondamentali.
Nel 2015 – l’anno di celebrazione di Expo Milano, dedicato all’alimentazione, nonché della definizione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) in Agenda ONU 2030 – oltre 736 milioni di persone vivevano con meno di 1,90 US$ al giorno. Una quota ben più ampia della popolazione globale è tuttavia preclusa dall’accesso a cibo sicuro e nutriente, acqua e servizi igienici, educazione.
L’indice di povertà multidimensionale (Multidimensional Poverty Index, MPI) è stato sviluppato dall’agenzia ONU UNDP (United Nation Development Programme) per misurare l’indigenza facendo ricorso ad alcuni indicatori di base. Quali la malnutrizione e la mortalità infantile. L’accesso ad acqua potabile e strutture igienico-sanitarie, combustibile per cuocere i cibi, elettricità, strumenti a base della vita moderna (es. bici, radio o tv). L’istruzione primaria da parte di almeno un membro della famiglia. (2)
Almeno 1,3 miliardi di persone, pari al 19% della popolazione mondiale, sono ‘multi-dimensionalmente povere’. Ma la stima è molto approssimativa in difetto, come riconosce la stessa agenzia UNDP, a causa sia della carenza di dati statistici affidabili e aggiornati, sia della diffusione della povertà al di fuori dei Paesi poveri, delle regioni povere e delle famiglie povere che si provano a fotografare attraverso l’indice MPI. (3)
Eradicare la povertà estrema e la fame nel mondo è stato il primo dei Millennium Development Goals (MDGs) stabiliti l’8.9.00 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, in vista del 2015. (4) Ma la Cina è stato l’unico Paese del pianeta a raggiungere tale obiettivo. Che è perciò stato riproposto tra i Sustainable Development Goals (SDGs), con ipotetico traguardo posticipato al 2030. No Poverty. Eradicating poverty in its all forms, everywhere.
‘Noi socialdemocratici non siamo contro la ricchezza ma contro la povertà. La ricchezza, per noi, non è una colpa da espiare, ma un legittimo obiettivo da perseguire. Ma la ricchezza non può non essere anche una responsabilità da esercitare.’ (Olof Palme ‘Perché sono socialdemocratico’, 1982. Il video su https://m.youtube.com/watch?v=7i2Ws1X5DSA)
Le diseguaglianze continuano invece a crescere – a dispetto degli impegni solo formali dei leader politici – verso distanze abissali. Tra i Paesi dalle economie più sviluppate e quelli a basso-medio reddito (LMIC, Low-Middle Income Countries) e all’interno degli stessi Paesi di entrambi i fronti.
Le donne sono le prime vittime dell’ingiustizia sociale planetaria, all’insegna del c.d. gender gap. Ovunque – salvo rarissime eccezioni, in alcuni Paesi scandinavi e nei regimi socialisti – la popolazione femminile è maggiormente esposta al rischio di indigenza a causa di discriminazioni nell’istruzione, i livelli di la retribuzione, le proprietà.
‘Acting together to empower children, their families and communities to end poverty’
I bambini a loro volta paiono condannati a rimanere intrappolati nelle ‘caste’ a cui appartengono le loro famiglie. Anche in società teoricamente democratiche come quella italiana (vedasi precedente articolo). Il 20.11.19, tra l’altro, si celebra il trentennale dall’adozione della Convenzione ONU per i diritti dei bambini. (5) Ed è infatti dedicato a loro il tema del World Poverty Day 2019.
I disabili meritano poi forse di venire iscritti nella categoria degli ‘ultimi degli ultimi’. A maggior ragione quando lo svantaggio fisico, sensoriale o cognitivo colpisca donne e bambini. Piove sul bagnato, è davvero il caso di dire. Al punto che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha virtualmente dedicato ai disabili l’insieme dei 17 Sustainable Development Goals. (6) In una visione complessiva – la #envision2030 – che peraltro rimane priva, a tutt’oggi, di alcuna attuazione concreta.
‘Se c’è uno che soffre io ho un dovere preciso: intervenire in tutti i modi con tutti gli accorgimenti che l’amore suggerisce e che la legge fornisce, perché quella sofferenza sia o diminuita o lenita’ (Giorgio La Pira)
Dario Dongo
Note
(1) Cfr. risoluzione Assemblea generale ONU 22.12.92 n. 47/196. Il testo in inglese su https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/N93/191/46/IMG/N9319146.pdf?OpenElement
(2) Multidimensional Poverty Index (MPI), i lavori in corso su https://indicators.report/indicators/i-3/
(3) V. comunicato stampa Achim Steiner, amministratore UNDP, 17.10.19, https://www.undp.org/content/undp/en/home/news-centre/speeches/2019/international-day-for-the-eradication-of-poverty-.html
(4) United Nations Millennium Declaration, risoluzione 8.9.00 A/55/L.2
(5) UN Convention on the Rights of the Child, risoluzione ONU 20.11.89 n. 44/25. Il testo in inglese su https://www.unicef.org/child-rights-convention/convention-text . Le tappe che hanno condotto alla Convenzione ONU dei diritti dei bambini, e le tappe successive, sono sintetizzate da UNICEF su https://www.unicef.org/child-rights-convention/history-child-rights
(5) ONU, Envision Disabilities 2030. V. https://www.un.org/development/desa/disabilities/envision2030.html
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.