La disabilità è un fattore primario di rischio povertà. Il rapporto Eurostat 18.2.21 conferma i dati precedenti, già prima di Covid-19 un disabile su quattro viveva in condizioni economiche precarie (1,2). Nutrizione adeguata, spese impreviste, vacanze troppo spesso rimangono fuori dalla portata dei più vulnerabili. Piove sul bagnato.
Pietismo, emarginazione, discriminazione. La compassione de noantri si accompagna alla sistematica violazione dei diritti umani fondamentali riconosciuti solo a parole nella UN Convention on the Rights of Persons with Disabilities (CRPD). Ed è perciò che il ‘povero disabile’ spesso si iscrive nella categoria di ‘disabile povero’. La prevalenza della povertà tra i disabili over-16 supera così di 10 punti, 26,1% vs. 16%, quella dei non-disabili.
L’inclusione lavorativa è ancora un miraggio, come ha di recente annotato la Commissione EMPL (Employment and Social Affairs Committee, Occupazione e Affari Sociali) del Parlamento europeo. (3) E i maggiori costi nella vita quotidiana – per affrontare le barriere architettoniche e la mobilità personale, (4) gli elevati costi di ausili e dispositivi, la riabilitazione e le cure – sono coperti solo in parte dal settore pubblico.
I disabili poveri – nell’Unione Europea a 27 – rappresentano in media il 26,1% sul totale delle persone con disabilità. Con variazioni significative tra i diversi Paesi membri.
I campioni della discriminazione sono la Grecia e la Bulgaria, ove i disabili poveri sono rispettivamente 3 su 4 (76,5%) e 2 su 3 (65,7%). 1 su 2 i disabili poveri in Croazia (49,2%), pochi meno a Cipro (43,2%) e in Romania (40,9%),
In Italia i disabili poveri sono invece 1 su 3 (32,1%), non distanti da Portogallo (34,5%), Repubblica Slovacca (35%), Lettonia (36,7%) e Ungheria (39%).
La lezione di civiltà proviene dal Nord Europa, ove le discriminazioni nei confronti della comunità dei disabili paiono assenti o comunque minime. In vetta alla classifica si trova la Finlandia, ove i disabili poveri sono il 9,9%. A seguire la popolosa Germania (10,4%), la Svezia (13,1%), Lussemburgo (14%), Danimarca (15,8%), Austria (16,2%), Paesi Bassi (18,2%), Estonia (19,6%).
I conti in rosso incidono sulla nutrizione, fattore cruciale per la Salute e la prevenzione delle malattie. In media, l’11,3% delle persone con disabilità in Europa non si può permettere il consumo di proteine (animali o vegetali) neppure a giorni alterni, secondo Eurostat.
La malnutrizione ha dunque prevalenza doppia, nei disabili, rispetto ai normodotati (5,8%). Con picchi in Bulgaria, ove i disabili affamati sono il 41,7%, e in Ungheria (21%).
Il 40,9% dei disabili europei dichiara di non poter fronteggiare una spesa imprevista. Una riparazione in casa, la sostituzione di un elettrodomestico – talora anche un dispositivo o ausilio indispensabile, o un intervento chirurgico, un funerale – sono spesso insormontabili. I servizi sanitari e di assistenza sociale risultano perciò, a loro volta, sostanzialmente inadeguati.
Ancora una volta, la geografia della disuguaglianza è variabile. Con picchi negativi in Lituania (62,8%), Croazia (62,6%), Lettonia (62,2%) e situazioni meno gravi in Lussemburgo (22,5%), Austria (24,8%), Malta (26,9%),
Le difficoltà finanziarie espongono maggiormente i disabili a ritardi nei pagamenti (mutuo, affitto, bollette, etc.). Con una probabilità di diventare morosi del 9,1%, rispetto al 7,2% dei normodotati.
I rischi maggiori di morosità dei disabili si registrano in Grecia (38,6%), Bulgaria (32,3%) e Irlanda (18,3%). Decisamente meglio la situazione in Germania (4,1%), Repubblica Ceca (3,1%) e Lussemburgo (2,1%).
Le vacanze ovviamente sono un miraggio. Neppure una all’anno, per il 41% dei disabili europei, a raffronto con il 24% dei normodotati. Le maggiori difficoltà si registrano nei Balcani e in Europa orientale. 66,4% senza sollievo in Romania, 63,8% in Croazia, 59,9% in Bulgaria. La situazione è ben più armonica in Nord Europa, laddove l’impossibilità per i disabili di fare una vacanza l’anno è limitata al 19,1% in Svezia, 16,1% in Finlandia, 14,8% in Lussemburgo.
I dati Eurostat sopra esposti, si noti bene, attengono a rilevazioni eseguite nel 2019. Covid-19 ha aggravato la situazione sotto vari aspetti, ivi compresa la necessità di fare fronte a servizi privati di assistenza a seguito della paralisi del sistema pubblico.
La lettera aperta che abbiamo presentato alle istituzioni e alla società civile il 3.12.20, per sollecitare una serie di interventi a sostegno delle persone con disabilità e fragilità, non ha avuto alcun riscontro.
#NonSiamoPiùPazienti!
Dario Dongo e Marta Strinati
Note
(1) Eurostat. People with disability struggling to make ends meet. 18.2.21 https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-eurostat-news/-/ddn-20210218-1?redirect=%2Feurostat%2Fhome
(2) Dario Dongo, Sabrina Bergamini. Conoscere la disabilità, rapporti Istat ed Eurostat. Égalité. 4.12.19, https://www.egalite.org/conoscere-la-disabilita-rapporti-istat-ed-eurostat/
(3) Dario Dongo, Elena Bosani. Disabilità e accesso al mercato del lavoro, progetto di linee guida UE. Égalité. 7.2.21, https://www.egalite.org/disabilita-e-accesso-al-mercato-del-lavoro-progetto-di-linee-guida-ue/
(4) Dario Dongo. Mobilità personale dei disabili, diritti negati e blackout a Roma. Égalité. 20.10.19, https://www.egalite.org/mobilita-personale-dei-disabili-diritti-negati-e-blackout-a-roma/
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.