‘Persone diversamente abili e mercato del lavoro’ è il titolo della relazione votata il 27.1.22 dalla Commissione EMPL (Employment and Social Affairs Committee, Occupazione e Affari Sociali) al Parlamento europeo. (1)
La relazione – a firma dell’eurodeputata tedesca Katrin Langensiepen (Gruppo dei Verdi) – evidenzia come l’UE sia molto lontana dall’attuazione dei diritti stabiliti 15 anni fa nella Convenzione ONU per i Diritti delle Persone con Disabilità (UN Convention on the Rights of Persons with Disabilities, CRPD). Anche per quanto attiene all’inclusione lavorativa dei disabili.
Si propone quindi l’adozione di apposite linee guida, a valere in tutta l’Unione Europea, su disabilità e lavoro. Nel più ampio contesto di una direttiva UE anti-discriminazioni.
La UN Convention on the Rights of Persons with Disabilities (CRPD), approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13.12.06, ha lo scopo di assicurare alle persone disabili il pieno godimento di tutti i diritti e di tutte le libertà, garantendo loro una partecipazione effettiva ed egalitaria alla vita economica e sociale. La CRPD, formalmente in vigore in tutta l’Unione Europea dal 22.1.11, è di fatto ampiamente disapplicata. (2)
La strategia europea sulla disabilità 2010-2020 ha a sua volta definito le linee guida per sviluppare in UE una politica di pari opportunità a favore delle principale documento politico dell’Unione Europea. (3) Ma a distanza di dieci anni, le discriminazioni di persone disabili e fragili sono ancora diffuse ed emergono, tra l’altro, nella prevalenza di povertà ed esclusione sociale. (4)
Il livello di occupazione medio in UE, per le persone con disabilità (escluse quelle che vivano in istituti o siano dichiarate inabili al lavoro) è pari al 50,6%, a fronte del 74,8% per i normodotati. La discriminazione si esprime perciò in un’incidenza doppia della disoccupazione, che riguarda 1 su 2 disabili e 1 su 4 normodotati.
Il rischio di povertà ed esclusione sociale affligge poi il 29,5% delle donne e il 27,5% degli uomini con disabilità, rispetto al 22,4% dell’intera popolazione. E la povertà lavorativa incide sull’11% dei disabili lavoratori (a fronte del 9,1% della popolazione generale), a causa dei costi aggiuntivi legati alla loro condizione.
A tutt’oggi la definizione di disabilità e i relativi diritti sociali e di assistenza variano da uno Stato membro all’altro. Ciò comporta difficoltà spesso insuperabili al godimento del diritto alla libera circolazione, uno dei pilastri del TFUE (Trattato per il Funzionamento dell’Unione Europea) che deve valere per tutti.
È indispensabile perciò anzitutto definire lo status di disabilità e garantirne il riconoscimento reciproco da parte di tutti gli Stati membri, per garantirne la libera circolazione e le pari opportunità.
Il collocamento lavorativo delle persone con disabilità, in Unione Europea, è tuttora privo di armonizzazione. Solo in alcuni Paesi – come Italia (legge 68/1999), Francia, Germania e Spagna – vige il sistema delle quote di assunzione obbligatoria. Salvo poi riscontrarne il mancato rispetto, come accade nel Bel Paese ove tra l’altro le barriere architettoniche dominano anche nei luoghi di lavoro. (5)
La Commissione EMPL del Parlamento europeo propone l’adozione a livello UE del sistema delle quote. Le imprese e gli enti dovrebbero adottare piani organizzativi inclusivi. E in caso di inadempienza i datori di lavoro dovrebbero venire multati, con sanzioni dissuasive aggiungiamo noi. Il settore pubblico dovrebbe poi facilitare l’inclusione lavorativa con vari strumenti, come la pubblicazione dei cv di candidati delle ‘categorie protette’ che ne facciano richiesta.
I datori di lavoro devono venire informati sui loro doveri e formati adeguatamente alle opportunità di assunzione di personale con disabilità. Gli Stati membri devono poi semplificare le procedure e gli oneri burocratici e facilitare l’accesso ai contributi pubblici a tal uopo previsti.
Serve perciò elaborare piani di formazione rivolto ai datori di lavoro e al contempo semplificare i programmi di assunzione, con il supporto di apposite linee guida UE.
Tutti i luoghi di lavoro, gli edifici, le infrastrutture in generale e gli strumenti da lavoro (comprese le apparecchiature IT e i software) devono venire concepiti o comunque aggiornati in una logica di accesso universale e pari opportunità.
L’obiettivo da perseguire è rendere il lavoro – quale aspetto essenziale della vita – accessibile a tutti e i suoi mezzi utilizzabili da chiunque nella misura più ampia possibile, a prescindere dai vari livelli di abilità (o disabilità) fisica, psichica e sensoriale.
Le persone con disabilità non rappresentano una massa omogenea e indistinta. Al contrario, una pluralità di fattori (es. età, sesso, tipi e gradi di disabilità) fanno emergere una varietà di esigenze.
Gli Stati membri devono considerare questa complessità per offrire misure mirate e idonee ad affrontare svantaggi multipli e intersezionali. A partire dalla garanzia di una sistemazione ragionevole e adattata alle esigenze individuali delle persone disabili, da parte dei datori di lavoro.
L’attuale carenza di dati statistici sulle persone con disabilità rende ancor più difficile valutare la situazione complessiva e predisporre soluzioni adeguate ai problemi. È quindi prioritario investire nella raccolta ed elaborazione dei dati, disaggregati in base ai criteri di indagine.
Bisogna considerare anche i livelli di fragilità finora esclusi dalle statistiche.
Risulterà pertanto fondamentale rafforzare il ruolo degli organismi per la parità e migliorare la legislazione a tale riguardo.
Si attende da parecchi anni ormai l’adozione di una direttiva orizzontale che proibisca tutte le forme di discriminazione basate su religione o credo, disabilità e fragilità, età, orientamento sessuale. Anche per quanto riguarda l’accesso a beni e servizi, a istruzione e a previdenza sociale.
È estremamente necessario raggiungere un accordo politico in grado di eliminare tutte quelle barriere che ostacolano la piena integrazione delle persone diversamente abili e permettere loro di esercitare i propri diritti in condizioni di parità rispetto agli altri cittadini.
In alcuni Stati membri come la Germania esistono ancora i ‘laboratori protetti’. Ambienti di lavoro chiusi, destinati esclusivamente alle persone disabili e fragili che vengono così di fatto segregate ed escluse dalle possibilità di crescita professionale e personale. Una vergogna che ricorda quella delle ‘scuole speciali’, a loro volta ancora presenti in vari Paesi europei.
Gli eurodeputati propongono l’eliminazione ‘graduale’ dei laboratori protetti. Salvo riconoscere ai loro ospiti – nell’attesa – lo status di dipendenti, una protezione sociale effettiva e un salario minimo garantito. Serve perciò l’iniziativa di associazioni indipendenti, presso la Corte europea dei diritti umani, affinché si affermi subito l’inaccettabile discriminazione di tali pratiche. (6)
#NoOneLeftBehind, #Égalité!
Dario Dongo ed Elena Bosani
(1) Katrin Langensiepen. An end to sheltered workshops for person with disabilities – vote in the Social Affairs Committee. Press release, 27.1.21, https://www.katrin-langensiepen.eu/de/article/132.an-end-to-sheltered-workshops-for-person-with-disabilities-vote-in-the-social-affairs-committee.html
(2) Dario Dongo. Giornata internazionale delle persone con disabilità, lettera aperta. Égalité. 3.12.20, https://www.egalite.org/giornata-mondiale-della-disabilita-3-12-20-lettera-aperta/
(3) Europa 2020, la strategia dell’Unione europea per la crescita e l’occupazione. Sintesi su https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=LEGISSUM:em0028&from=IT. Documento integrale su https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=celex%3A52010DC2020
(4) Dario Dongo. Povertà ed esclusione sociale. Égalité. 19.10.19, https://www.egalite.org/poverta-ed-esclusione-sociale/
(5) Dario Dongo. Disabilità e lavoro, incontro con il Sottosegretario al Welfare. Égalité. 24.7.20, https://www.egalite.org/disabilita-e-lavoro-incontro-con-il-sottosegretario-al-welfare/
(6) European Convention of Human Rights, articolo 14. V. https://www.echr.coe.int/documents/convention_eng.pdf
(7) Lucia Conte. L’inserimento lavorativo delle persone diversamente abili in Germania: siamo sicuri che tuteli la loro dignità? Il Mitte, Berlino. 22.4.17, https://ilmitte.com/2017/04/linserimento-lavorativo-delle-persone-diversamente-abili-in-germania/
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.
Avvocata in Milano e Francoforte sul Meno. Esperta in diritto di famiglia, minorile e penale, è ora iscritta a un master universitario in diritto alimentare