L’inquinamento atmosferico è un enorme e crescente problema di salute pubblica. L’aria cattiva uccide. E le persone più esposte sono ancora una volta i più fragili, i bambini prima di tutto. Nel 2021 l’inquinamento atmosferico è responsabile di oltre 700 mila decessi di bambini di età inferiore ai 5 anni, il 15% di tutti i decessi mondiali di bambini di quella età. I dati peggiori sono in Asia e in Africa. La cattiva qualità dell’aria è seconda solo alla malnutrizione come causa di morte fra i bambini al di sotto dei 5 anni e precede fattori critici quali igiene e acqua ed esposizione a temperature troppo alte o troppo basse.
I dati dell’emergenza globale non si fermano ai bambini, anche se fra i più piccoli il livello è particolarmente drammatico.
L’inquinamento atmosferico, sempre nel 2021, ha causato 8,1 milioni di decessi a livello mondiale fra adulti e bambini. Ormai è diventato la seconda causa di morte a livello globale, superando il consumo di tabacco, seconda solo all’ipertensione come fattore di rischio per tutta la popolazione e seconda solo alla malnutrizione come fattore di rischio di mortalità per i bambini.
Sul totale dei decessi, le malattie non trasmissibili, tra cui le malattie cardiache, l’ictus, il diabete, il cancro ai polmoni e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), rappresentano quasi il 90% del carico di malattia dovuto all’inquinamento atmosferico.
È il quadro che viene dal recente dossier State of Global Air 2024, pubblicato dall’Health Effects Institute, organizzazione di ricerca statunitense indipendente, realizzato per la prima volta in partnership con l’Unicef. Il dossier fornisce un’analisi completa dei dati sulla qualità dell’aria e sull’impatto sulla salute per i paesi di tutto il mondo nel 2021.
Fra i decessi attribuiti all’inquinamento atmosferico, il 58% è collegato all’impatto del PM 2.5 diffuso nell’ambiente, il 6% all’ozono e il 38% all’inquinamento dell’aria domestica.
I bambini sono particolarmente vulnerabili. Nel 2021 più di 700 mila decessi nei bambini sotto i 5 anni sono stati collegati all’inquinamento atmosferico e 500 mila di questi decessi, spiega il dossier, sono collegati all’inquinamento dell’aria domestica dovuta alla cottura con combustibili inquinanti in ambienti chiusi, soprattutto in Africa e in Asia.
L’inquinamento dell’aria si ripercuote sulla salute, con effetti che iniziano già nel grembo materno e che vanno dal parto prematuro al basso peso alla nascita, dall’asma alle malattie dei polmoni, compromettendo la salute anche negli anni a venire.
Gli inquinanti atmosferici inalati possono depositarsi nei polmoni, dove alterano le difese polmonari. Alcuni entrano direttamente nel flusso sanguigno e nei tessuti più profondi, compresi cuore, cervello e altri organi. Possono attraversare la placenta e colpire il feto. Tutto questo può avere impatti negativi sullo sviluppo delle vie respiratorie, cardiovascolare, immunitario, endocrino e sul sistema nervoso; ci possono essere esiti avversi nel corso della nascita e un impatto negativo sulla salute che si prolunga nel corso della vita. Significa rischio di difetti cardiaci congeniti, polmonite nel primo anno di vita del bambino, disturbi del neurosviluppo, arresto della crescita, sviluppo di asma, eczema e malattie allergiche e ipertensione arteriosa.
Nell’arco della vita, le conseguenze della cattiva qualità dell’aria sulla salute di bambini e adolescenti includono infezioni delle vie respiratorie superiori, asma e allergie, polmonite, alterazioni nella crescita e una compromissione dello sviluppo cognitivo.
Ancora una volta c’è un grande problema di disuguaglianza. Come accade anche per la crisi climatica, che sta esacerbando l’inquinamento atmosferico e che spesso ha un impatto disuguale – pesa di più di fasce fragili di popolazione, bambini, anziani, malati e poveri – l’impatto della cattiva qualità dell’aria risulta maggiore e dalle proporzioni più ampie proprio su alcune fasce di popolazione.
‘Come il cambiamento climatico, l’inquinamento atmosferico colpisce tutti noi, ma porta impatti sproporzionati per alcuni: le persone incinte, i neonati e i bambini, gli anziani, coloro che vivono in condizioni di povertà e coloro che sono stati storicamente emarginati‘, evidenzia il dossier.
Eppure l’ambiente sano è un diritto. State of the global air ricorda infatti, proprio nelle sue prime righe, che ‘l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha formalmente dichiarato l’accesso a
un ambiente pulito, sano e sostenibile come un diritto umano universale, specialmente per i bambini. Nel 2023, il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia ha sottolineato il diritto dei bambini a un ambiente pulito, sano e sostenibile. Eppure, si tratta di un diritto che rimane non rispettato per miliardi di persone‘.
Sabrina Bergamini
(1) State of the global air https://www.stateofglobalair.org/sites/default/files/documents/2024-06/soga-2024-report_0.pdf
(2) Sabrina Bergamini. Disuguaglianza e crisi climatica vanno di pari passo. Égalité. 4.11.22