Lavoro, pace, salute, democrazia, ambiente, salari, istruzione, diritti. Tutto si tiene e “la via maestra” per una società più giusta dal punto di vista sociale e ambientale, che sia un’alternativa al modello liberista e un’opposizione alle attuali politiche, c’è già: è tracciata dalla Costituzione nata dalla Resistenza.
Si chiama “La via maestra. Insieme per la Costituzione” la manifestazione nazionale che la Cgil, il Forum Disuguaglianze e Diversità e oltre cento realtà (c’è anche l’adesione di Égalité) promuove a Roma il prossimo 7 ottobre. Non c’è da inventare nulla, non c’è da scoprire nulla che non sia già scritto nella Costituzione italiana – per ben due volte c’è il richiamo alla Resistenza nell’appello della manifestazione – che traccia il percorso da seguire se ci si vuole opporre alle politiche di smantellamento del welfare universale e si vuole lottare contro le disuguaglianze e l’iniquità che attraversano e dividono l’Italia.
L’appello che illustra la manifestazione, con il suo richiamo ai valori costituzionali, è l’esatto contrario delle politiche attuate in Italia da tempo e riaffermate dall’attuale Governo. Non solo. A unire le realtà che scenderanno in piazza c’è la contrarietà all’autonomia differenziata, che dividerebbe in due il paese, e allo stravolgimento della Repubblica parlamentare per arrivare una forma di presidenzialismo o premierato.
C’è tutto scritto nella Costituzione, viene dunque da dire a chiunque voglia costruire una forma di opposizione alle politiche dell’attuale Governo – sulla scia, c’è da ricordarlo, di tante riforme che già andavano nella direzione di accentuare le disuguaglianze, specialmente nell’accesso alla sanità, all’istruzione e nel lavoro.
“La Costituzione italiana – nata dalla Resistenza – delinea un modello di democrazia e di società che pone alla base della Repubblica il lavoro, l’uguaglianza di tutte le persone, i diritti civili e sociali fondamentali”. Così esordisce l’appello della manifestazione.
“Rivendichiamo che i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione tornino ad essere pienamente riconosciuti e siano resi concretamente esigibili ad ogni latitudine del Paese (da nord a sud, dalle grandi città alle periferie, dai centri urbani alle aree interne)”.
E quali sono questi diritti? “Il diritto al lavoro stabile, libero, di qualità”; “il diritto alla salute e un Servizio Sanitario Nazionale e un sistema socio sanitario pubblico, solidale e universale”; “il diritto all’istruzione, dall’infanzia ai più alti gradi, e alla formazione permanente e continua, perché il diritto all’apprendimento sia garantito a tutti e tutte e per tutto l’arco della vita”; “il contrasto a povertà e diseguaglianze e la promozione della giustizia sociale, garantendo il diritto all’abitare e un reddito per una vita dignitosa”; “il diritto a un ambiente sano e sicuro in cui vengono tutelati acqua, suolo, biodiversità ed ecosistemi”; “una politica di pace intesa come ripudio della guerra e con la costruzione di un sistema di difesa integrato con la dimensione civile e nonviolenta”.
Questi diritti, prosegue l’appello, possono essere riaffermati attraverso “una redistribuzione delle risorse e della ricchezza che chieda di più a chi ha di più per garantire a tutti e a tutte un sistema di welfare pubblico e universalistico che protegga e liberi dai bisogni”.
È un modello sociale fondato su “uguaglianza, solidarietà, accoglienza, e partecipazione” che rappresenta “l’antitesi del modello che vuole realizzare l’attuale maggioranza di Governo” attraverso le politiche attuate e quelle in calendario, a partire dall’autonomia differenziata e dal superamento della Repubblica parlamentare attraverso l’elezione diretta del capo dell’esecutivo – presidenzialismo, semi-presidenzialismo o premierato che sia, precisano i promotori. Il richiamo è dunque quello ad attuare la “Costituzione antifascista nata dalla Resistenza” contro ogni deriva plebiscitaria fondata sull’uomo o sulla donna sola al comando.
È un percorso chiaramente opposto a tante politiche, attuate e programmate, che finiscono per accentuare le disuguaglianze e per ledere il diritto all’istruzione, al lavoro, alla salute, all’ambiente, in un discorso pubblico fondato sulla continua costruzione del nemico. Laddove il nemico oggi è il singolo lavoratore, lo studente fragile, il povero, chi difende l’ambiente, chi difende la Costituzione, e naturalmente il pacifista e l’antifascista.
Sabrina Bergamini
La via maestra. Insieme per la Costituzione https://img-prod.collettiva.it/pdf/2023/08/04/102501905-38c4c5c0-375a-4f16-a476-751355336e00.pdf