Égalité raccoglie la segnalazione di due donne che hanno vissuto l’esperienza di malattie oncologiche ricevendo una tutela del posto di lavoro – in quanto dipendenti pubblici – sconosciuta alla vasta comunità di liberi professionisti e lavoratori ‘freelance’.
Diseguaglianze inaccettabili che il legislatore europeo come quello italiano dovrebbero mitigare. Gli ordini professionali e le rispettive casse previdenziali potrebbero a loro volta attivarsi, per sostenere in concreto gli iscritti che vivano tali difficoltà.
In caso di gravi patologie che comportino un’astensione forzata e prolungata dal lavoro i dipendenti pubblici vengono messi nelle condizioni di affrontare il percorso di cure, grazie alle tutele contrattuali accennate nel paragrafo successivo.
Tale possibilità è invece negata ai liberi professionisti che spesso si trovano costretti a scegliere se curarsi o meno o comunque ad aggravare l’apprensione per lo stato di salute con lo stress per la situazione economica, senza tregua.
La contrattazione collettiva, nel settore pubblico come in quello privato, è soggetta a diverse variabili. A seguire alcuni cenni alle tutele riconosciute ai dipendenti pubblici affetti da patologie gravi che richiedano terapie salvavita.
Conservazione del posto di lavoro per un periodo di 18 mesi nel triennio. Durante tale periodo:
– i primi 9 mesi di assenza sono interamente retribuiti,
– nei successivi 3 mesi la retribuzione viene decurtata del 10%,
– negli ultimi 6 mesi la retribuzione viene decurtata del 50%,
A seguire, il diritto a un ulteriore periodo di conservazione del posto di lavoro per altri 18 mesi senza retribuzione.
I giorni di assenza per malattia conseguenti a ricovero ospedaliero o day-hospital, nonché i giorni di assenza dovuti alle terapie salvavita (inclusa la chemioterapia) non incidono sul periodo di conservazione del posto di cui al precedente paragrafo 2.1 e sono interamente retribuiti.
Tutele specifiche ulteriori sono accordate ai dipendenti pubblici che operano in alcuni settori. Alcuni esempi:
– esclusione dal computo del periodo di conservazione del posto di lavoro – per i dipendenti affetti da gravi patologie di cui al paragrafo 2.2 – anche dei giorni di assenza dovuti alle conseguenze o gli effetti delle terapie salvavita (comparti Scuola, Università e Area VII- università e ricerca),
– decorrenza retroattiva dei benefici di cui al paragrafo 2.2, a partire dalla data di presentazione della domanda di riconoscimento della grave patologia (comparto Sanità e relative Aree dirigenziali III e IV),
– agevolazioni per particolari esigenze collegate a terapie o visite specialistiche, mediante un’idonea articolazione dell’orario di lavoro nei confronti dei soggetti affetti dalle particolari patologie di cui al paragrafo 2.2 (Ministeri, Agenzie fiscali, Presidenza del consiglio dei Ministri, Enti pubblici non economici, Sanità. Tale disciplina si applica anche alle Aree dirigenziali III e IV – Servizio Sanitario Nazionale – in quanto solo per le stesse è previsto un orario di lavoro giornaliero/settimanale).
L’immaginario collettivo associa la categoria dei ‘liberi professionisti’ alle professioni storicamente più agiate, dai notai agli avvocati, commercialisti, ingegneri e architetti, medici e dentisti. Trascurando sia la circostanza che alcune di tali categorie registrano sovraffollamento e/o carenze di lavoro e reddito – tanto più nella permacrisi che l’Italia vive, ora aggravata dall’inflazione a due zeri – sia l’esistenza di un ben più ampio novero di professioni, rispetto a quelle citate.
Basti pensare alle migliaia di agronomi e agrotecnici, dottori forestali, geometri e ragionieri, consulenti del lavoro che hanno finora lavorato alla gestione delle pratiche per gli aiuti europei nei settori agricolo e agroalimentare e si troveranno a breve senza lavoro a causa di un sopruso ‘Coldiretti’ del ministero dell’agricoltura. (1) Piuttosto che ai veterinari spesso assoldati nelle ‘cliniche’ per animali di compagnia a stipendi inferiori a quelli di operai generici.
Si aggiungono poi le vittime del ‘jobs act’ e delle riforme liberiste di matrice europea, i ‘freelancer’ della ‘gig economy’, gli artigiani e gli ‘imprenditori di se stessi’, i pubblicisti e i ‘rider’. L’universo delle partite IVA anche semplificate e di coloro che vi sono esentati per scarsità reddituale i quali tra l’altro – come tutti, in varie Regioni d’Italia – non possono neppure confidare nella sanità pubblica grazie ai drastici tagli che essa ha subito negli ultimi decenni, in barba ai proclami delle Nazioni Unite. (2)
Malattie gravi e disabilità provocano disastri individuali e familiari che vanno ben oltre l’aspetto economico contingente. A seconda dei lavori (dipendente, pubblico e privato, o ‘autonomo’) e del contesto (malattia e/o infortunio professionale oppure no), l’abuso delle diseguaglianze non ha limiti.
Assicurazioni più o meno ampie, o inesistenti, a copertura delle spese di cura e riabilitazione possono incidere in misura ancor più significativa della conservazione del posto di lavoro. A seguire le pensioni, inferiori al tramontato reddito di cittadinanza per i meno ‘fortunati’ (3,4).
L’assistenza alle persone con disabilità, a sua volta, vive in Italia una diseguaglianza assoluta tra le vittime di infortuni e malattie sul lavoro – tutelati dall’INAIL, con ampia copertura sui dispositivi medici e ausili necessari a una vita dignitosa, tra i molti ‘benefici’ distintivi (5) – e tutti gli altri.
Le malattie – più o meno gravi, onerose e invalidanti – e le disabilità anche invisibili che ne possono conseguire sono eventi possibili in ogni fase della vita di ogni essere umano, dalla nascita alla vecchiaia (6,7), a prescindere dal ceto e lo status lavorativo.
Le discriminazioni e le diseguaglianze tuttavia permangono, forse anzi si aggravano, senza neppure registrarsi alcuna istanza politica né iniziativa di sorta a favore dei più deboli e dei loro cari, anzi ‘caregiver’. (8) Fino a quando?
Dario Dongo
(1) Dario Dongo. AGEA e MASAF ‘Coldiretti’. La soppressione dei liberi professionisti in agricoltura. GIFT (Great Italian Food Trade). 30.9.23
(2) Dario Dongo, Sabrina Bergamini. Copertura sanitaria universale, dichiarazione ONU. Égalité. 22.1.20
(3) Dario Dongo. Invalidità civile, un milione al mese. Quali diritti? Égalité. 24.6.20
(4) Dario Dongo. 1 milione al mese, il sopruso dell’INPS sulle pensioni d’invalidità. Égalité. 27.7.20
(5) Dario Dongo. Disabilità, ausili e sussidi. Petizione. Égalité. 20.11.22
(6) Dario Dongo. Inclusione scolastica degli alunni con disabilità, un miraggio in Italia. Égalité. 7.5.23
(7) Dario Dongo. Italia, un popolo di anziani e disabili. Rapporto ISTAT 2022. https://www.egalite.org/italia-un-popolo-di-anziani-e-disabili-rapporto-istat-2022/ Égalité. 17.4.23
(8) Dario Dongo. Se questo è uno Stato. Disabilità gravi e caregiver familiari. Égalité. 31.12.19
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.